Via Francigena

a piedi bicicletta cavallo

Fin dall'antichità la Valle di Susa è stata una delle aree privilegiate per il collegamento dell'Italia con l'oltralpe, grazie ai colli del Monginevro e del Moncenisio.

Il Medioevo ne ha sancito il ruolo di primo piano anche europeo, in quanto via di transito di mercanti, eserciti, nobili, uomini di Chiesa e pellegrini che dovevano raggiungere Roma, cuore della cristianità, o Santiago de Compostela, secolare meta religiosa.

Già nel 333 d.C. il Colle del Monginevro viene attraversato dall'anonimo autore dell'Itinerarium burdigalense (la più antica descrizione di un itinerario di pellegrinaggio cristiano) per raggiungere la Terra Santa: vengono annotate con precisione le mansio e le statio della Valle di Susa, alcune delle quali oggi importanti siti archeologici.

A partire dall'Alto Medioevo è il Colle del Moncenisio a diventare uno dei punti nevralgici della scena politica europea con la prima discesa in Italia di Carlo Magno, nel 773, per la Battaglia delle Chiuse contro i Longobardi, e il matrimonio della Comitissa Adelaide Manfredi con Oddone di Moriana-Savoia nel 1046, grazie al quale la dinastia sabauda entrò in Piemonte e quindi in Italia.

L'afflusso intenso di genti lungo la Via Francigena produsse una circolazione di idee e un costante scambio di saperi, lingue e religiosità che contribuirono allo sviluppo in valle di una vivacità culturale di impronta europea: sorsero monasteri di notorietà internazionale come l'Abbazia di Novalesa e la Sacra di San Michele, luoghi di culto di dimensione più locale come la Cripta di Celle, cappelle e centri cittadini sedi di mercato o luoghi di transito e di pedaggio obbligati come Susa, Bussoleno, Avigliana e Oulx.

Lungo il percorso nacquero hospitali, xenodochia, locande e alberghi come l'Ospedale di Passo del Moncenisio (fondato tra 814 e 825 d.C.), le locande di Novalesa e Bussoleno o luoghi di assistenza come la Precettoria di Sant'Antonio di Ranverso, nota per le cure contro l'ergotismo e L'Hotel dieu di Salbertrand antico ricovero per pellegrini. Castelli fortificati, caseforti e palazzi, che contraddistinguono molti paesi valsusini quali Oulx, Chiomonte, Susa, San Giorio, Chianocco, Bruzolo, sono oggi testimonianza del capillare controllo territoriale esercitato inoltre dal potere signorile lungo la valle, legato proprio all'importanza economica e commerciale che l'itinerario assunse nel tempo.

Percorrere oggi la Via Francigena in Valle di Susa significa intraprendere un viaggio alla scoperta di arte, natura e cultura, dove anche la cucina, i prodotti tipici di stagione, le sagre e le fiere di antica tradizione sono tuttora viva espressione di identità del territorio.

È in questo panorama variegato e autentico che il percorso si snoda per oltre 170 km con due storiche varianti, a partire dal Moncenisio e dal Monginevro verso il fondovalle, sino alle porte di Torino: ai molti pellegrini ed escursionisti che attraversano la Via Francigena in Valle di Susa è offerta l'opportunità di riassaporare l'anima di questa terra e di ricostruire, attraverso un turismo dolce che rinfranchi lo spirito, la mente e il corpo, un mosaico culturale unico.

Per approfondimenti:

http://www.viefrancigene.org/it/
http://www.turismotorino.org/viafrancigena/IT/home

In direzione sud ovest, verso Santiago de Compostela, l'itinerario prosegue con La Via Alta

Appunti di viaggio sulla via Francigena: http://youtu.be/w6pLyQ7zTPM

La Via Alta: http://youtu.be/9K-cyzldhCY

  • sviluppo: 20,9 km
  • tempo percorrenza: 7 ore
  • dislivello salita: 328 m
  • dislivello discesa: 384 m
  • difficoltà: Escursionistico
  • partenza: Condove 380 m slm
  • arrivo: Alpignano 322 m slm

Da Condove la carrozzabile arriva all’abitato di Caprie, il cui nome trae origine dal sovrastante monte Caprasio, raggiungibile con percorso escursionistico dalla frazione Celle e la grotta eremitica di San Giovanni Vincenzo, fondatore della Sacra di San Michele, e della Chiesa di Santa Maria Assunta, che presenta una cripta con affreschi del X sec. Il cammino principale prosegue sulla pista ciclabile affiancata al lungo rettilineo stradale che conduce alla frazione Novaretto: l’ottocentesca Parrocchiale dei SS. Rocco e Sebastiano offre un’interessante bicromia data dall’alternanza di bande nere e bianche, mentre internamente spicca la ricca struttura a cassettoni della navata centrale. Superate le ultime abitazioni di Novaretto, la strada diventa sterrata e costeggia la Collina della Seja. Per evitare la trafficata SS24, un facile sentiero sale alla frazione Torre del Colle di Villar Dora, costruita nel 1289 per iniziativa di Amedeo V di Savoia allo scopo di difendere l’attraversamento della Dora Riparia: su questa dorsale, in una zona boscosa sorge la Cappella di San Pancrazio, affrescata con un ciclo pittorico di fine XV sec. Quindi il percorso scende e incrocia una via secondaria che conduce al centro storico del paese, dominato dal maestoso Castello Provana: frutto dell’unione di tre caseforti più antiche, a partire dal XIII sec. fu interessato da ampliamenti e rivisitazioni in chiave neogotica; poco distante sorge anche la Parrocchiale dei SS. Vincenzo e Anastasio, parzialmente ricostruita nel Seicento, con alcuni importanti arredi e tele da ricondurre alla committenza della famiglia Provana. Proseguendo lungo la strada principale si entra in Almese: l’insediamento di epoca romana è testimoniato dal ritrovamento in località Grange Rivera di una Villa, tra le più importanti residenze romane in Piemonte. Di grande interesse storico lungo il cammino è il Ricetto di San Mauro, risalente al XIV sec. sorto per difendere il preesistente edificio monastico, successivamente il campanile fu trasformato in torre, mentre il corpo principale divenne il mastio del nuovo castello, circondato da due cinte murarie e sfruttato come ricetto. Seguendo la pista ciclabile che attraversa la frazione Milanere si prosegue su una carrozzabile poco trafficata, costeggiando le pendici del monte Musinè sino all’ingresso di Caselette: a destra, su uno sperone roccioso, svetta il complesso del Castello di Camerletto, dipendente dall’Abbazia di Novalesa e costruito tra l’XI e il XII sec. con la funzione di grangia fortificata. Sulle pendici del Musinè, invece, il Santuario di Sant’Abaco testimonia un culto locale dalle radici antiche, riferibile al martirio e sviluppatosi intorno al V o VI sec. in seguito all’opera di evangelizzazione delle popolazioni della Valle di Susa, sino ad allora legate a riti pagani. La presenza di un asse viario di epoca romana è testimoniata, come ad Almese, da una villa rustica di età imperiale (I-IV sec.), situata in località Pian tra le cascine Malpensata e Forchetto; sul promontorio su cui si è sviluppato Caselette spicca inoltre il Castello Cays, forse trecentesco, più volte interessato da ampliamenti tra il XVII e XIX sec.

Il cammino francigeno prosegue verso Torino. A valle del Castello di Camerletto, presso la SS24, una strada sterrata si inoltra nei pianeggianti campi e coltivi dell’area che fiancheggia la Dora Riparia: segnalata anche come ciclostrada, conduce con piacevole passeggiata al Ponte Vecchio di Alpignano, unendosi al percorso proveniente da Sant’Antonio di Ranverso, in direzione Collegno (tappa 4).

  • sviluppo: 2,5 km
  • tempo percorrenza: 40 minuti
  • dislivello salita: 0
  • dislivello discesa: 20 m
  • difficoltà: Turistica
  • partenza: Chiusa San Michele 380 m slm
  • arrivo: Sant'Ambrogio 360 m slm

Da Chiusa San Michele si può raggiungere Avigliana senza salire alla Sacra di S.M, seguendo l’Antica Via di Francia, che costeggia la base del monte Pirchiriano, attraversa il borgo medioevale di Sant’Ambrogio. Da qui parte anche la via ferrata Carlo Giorda che sale verso l’abbazia.

  • sviluppo: 18,4 km
  • tempo percorrenza: 6 ore
  • dislivello salita: 285 m
  • dislivello discesa: 356 m
  • difficoltà: Turistico
  • partenza: Avigliana 390 m slm
  • arrivo: Collegno 302 m slm

Raggiunta Piazza del Popolo e attraversato Corso Laghi, l’Antica Via di Francia prosegue pianeggiante tra i campi sino alla frazione Ferriera di Buttigliera Alta: oltrepassato il cavalcavia ferroviario, la strada decorre, in direzione est-ovest, parallela alla ferrovia e arriva alla Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso. Il complesso ospedaliero sorse nel1188 per volere dell’ordine di Sant’Antonio di Vienne, allo scopo di assistere i pellegrini sulla Via Francigena e curare i malati di ergotismo (il “fuoco di Sant’Antonio”); sostenuto nei secoli dai Savoia, la sua conduzione passò all’Ordine Mauriziano, cui ancora oggi appartiene. Lo stile gotico, gli elementi in cotto alle finestre e alle chiavi di volta e la celebre facciata a ghimberghe ne fanno uno dei monumenti più suggestivi del Piemonte; all’interno, oltre al polittico di Defendente Ferrari, tra le campagne decorative databili tra l’XII e il XV sec. spicca l’opera pittorica di Giacomo Jaquerio: la Madonna in trono, le Storie di San Biagio, il ciclo della Passione.

Poco dopo la Precettoria, si prende una strada sterrata a sinistra che raggiunge la zona industriale sulla SS 25. Attraversata la statale in corrispondenza del semaforo, si segue la strada che costeggia la zona industriale fino ad un’ampia rotonda, in corrispondenza della quale si prende a sinistra la strada comunale di Rivoli, si passa sotto l’autostrada e subito dopo si svolta a destra costeggiando per circa 200 m l’autostrada. Si prende una sterrata a sinistra e dopo poco si svolta a destra, lungo la strada che decorre parallela alla ferrovia in direzione Alpignano. Si attraversa la ferrovia (sottopasso) e lasciata a sinistra il parco di Villa Govean, si giunge infine ad Alpignano, nella cui Chiesa di San Martino di Tours è conservato uno mirabile crocifisso ligneo dello scultore settecentesco Carlo Giuseppe Plura. La città fu colonia romana ed è citata nel Medioevo per la presenza di una importante domus hospitali sulla Strada di Francia, un tempo alle dipendenze dall'Abbazia di Novalesa; oggi è nota anche per l'Ecomuseo Sogno di luce, dedicato all'inventore della lampadina Alessandro Cruto.
Proseguendo lungo la ciclabile che costeggia la riva sinistra della Dora si raggiunge Pianezza: nella via principale sorge la Pieve di San Pietro (XII sec.) dalla caratteristica architettura romanica ma internamente affrescata nel Quattrocento da Jacquerio e la sua bottega; strettamente legata al percorso francigeno è la Chiesa di Santa Maria della Stella, dalla quattrocentesca e ricca decorazione ad affresco. Il nucleo fortificato del ricetto, profondamente trasformato o inglobato nel centro storico, è visibile solo in parte ma spicca ancora la medievale Torre del Ricetto, ora torre civica. Il percorso da Pianezza prosegue parrallelamente alla Dora lungo la ciclabile in direzione di Collegno; attraversate dapprima l’autostrada e poi la Dora si giunge in breve alla Certosa di Collegno.

  • sviluppo: 24,4 km
  • tempo percorrenza: 7 ore
  • dislivello salita: 405 m
  • dislivello discesa: 1995 m
  • difficoltà: Escursionistico
  • partenza: Colle del Moncenisio 2097 m slm
  • arrivo: Susa 506 m slm

Valicato il Colle del Moncenisio e lasciati alle spalle il lago i tornanti della Gran Scala e la Piana di San Nicolao, dopo i resti della galleria della ferrovia Fell, al ricovero 4 si imbocca la secolare Strada Reale, mulattiera che conduce al caratteristico borgo alpino di Moncenisio.

Noto in passato come Ferrera, si sviluppò grazie al ruolo strategico di tappa obbligata lungo la via: il percorso ecomuseale e la Parrocchiale di San Giorgio permettono di approfondire la sua storia al servizio del colle.

Poco a valle riprende la Strada Reale, che scende sino a Novalesa: qui il paesaggio boschivo della Val Cenischia si apre in alcuni tratti alle splendide gorge e alle cascate del torrente omonimo. Percorrendo la Via Maestra, dalla caratteristica lastricatura, si osservano le testimonianze del suo storico passato di luogo di sosta e transito verso il Colle del Moncenisio: l’architettura interna e gli affreschi degli stemmi araldici delle antiche locande; la Parrocchiale di Santo Stefano, con la sua ricca collezione di tele donate da Napoleone e il capolavoro di oreficeria dell’Urna di Sant’Eldrado; il Museo di Arte Religiosa Alpina e il Museo Etnografico di Vita Montana. Superato l’abitato si prende la deviazione a destra per l’Abbazia di Novalesa, titolata ai SS. Pietro e Andrea, tra le più antiche fondazioni monastiche benedettine dell’arco alpino (726 d.C.): nel suo parco sorgono alcune cappelle campestri di rara bellezza come la Cappella di Sant’Eldrado (XII sec.), mentre parte del complesso abbaziale è sede del Museo Archeologico.

Dall’Abbazia si percorre un bel sentiero a mezza costa  che dopo circa 800 m scende per ripidi tornanti verso la piana sottostante, raggiunta la quale prosegue a dx in direzione Venaus, con la sua neogotica Parrocchiale di San Biagio. Il borgo è noto per la tradizionale Danze delle Spade e degli Spadonari, che si svolge a febbraio e affonda le radici in tradizioni pre-cristiane: il copricapo adorno di coloratissimi fiori e la gestualità sono legati ai riti invernali per propiziare la primavera.

Una piacevole strada secondaria delimitata da muretti a secco attraversa prati e vigne sino alla frazione San Giuseppe di Mompantero, ai piedi del monte Rocciamelone. L’abitato di Mompantero è dominato dal moderno Santuario della Madonna del Rocciamelone, sorto nei pressi dell’antica mulattiera che conduce alla vetta sacra per eccellenza della Valle di Susa (3538 m): venerata sin dall’epoca celtica, nel 1358 fu raggiunta dall’astigiano Bonifacio Roero che vi collocò il prezioso Trittico del Rocciamelone, mentre nel 1899 venne issata sulla cima una statua bronzea della Vergine.

Da San Giuseppe una strada secondaria carrozzabile conduce in località Passeggeri, poco a monte di Susa, convergendo su quella proveniente dal Monginevro ed entrando nella storica Piazza Savoia. La città, ricca di testimonianze romane e medioevali, sorse alla confluenza dei due assi stradali che conducevano da un lato ai colli più importanti verso la Francia, dall’altro verso Torino: la sua posizione strategica fece sì che sin dall’antichità diventasse un punto di riferimento per l’intera valle. La storia millenaria di Susa si ripercorre attraverso importanti vestigia quali l’Arco di Augusto, l’arena romana, la cinta muraria, la Porta Savoia, gli scavi archeologici e il Castello, residenza della contessa Adelaide di Torino, moglie di Oddone di Savoia-Moriana.
La Cattedrale di San Giusto e l’imponente torre campanaria dalla slanciata cuspide ottagonale sono frutto di un complesso architettonico stratificato nel tempo, dal 1029 - anno di fondazione dell’abbazia benedettina - agli interventi gotici e neogotici tra il XIII e il XIX sec.: le campagne decorative si rivelano all’esterno, come L’entrata di Cristo in Gerusalemme (XV sec., attribuita ai Serra di Pinerolo) e i Medaglioni dei Santi e profeti; preziose tele, ricchi altari e il coro ligneo trecentesco arricchiscono gli interni. A poca distanza sorgeva il Priorato di Santa Maria Maggiore, una delle domus elemosinarie ed ospitale medioevale della città, di cui rimane il campanile romanico; altra testimonianza del patrimonio religioso segusino sono inoltre la Chiesa e il Convento di San Francesco, fondato secondo tradizione dallo stesso Francesco d’Assisi in occasione del suo passaggio nel 1214. Sulla sponda sinistra della Dora Riparia, infine, sorge la barocca Chiesa della Madonna della Pace, o Chiesa del Ponte presso cui il Museo Diocesano di Arte Sacra con importanti collezioni raccontano la storia religiosa delle comunità valsusine attraverso oggetti sacri come il Tesoro della Cattedrale di San Giusto, il Tesoro della Chiesa del Ponte, le Oreficerie, la Statuaria e i Tessili. Da visitare con l’ingresso del museo con la medioevale strada selciata.

Percorsi interessati:
S581A
Collegamento su strada
S581 modificato da conferenza pianificazione
S823
Collegamento su strada fino a Susa

 

 

  • sviluppo: 18,4 km
  • tempo percorrenza: 7 ore
  • dislivello salita: 785 m
  • dislivello discesa: 1082 m
  • difficoltà: Escursionistico
  • partenza: Colle del Monginevro 1793 m slm
  • arrivo: Oulx 1082 m slm

La Via Francigena della Valle di Susa ha radici antiche, una delle secolari vie di transito attraverso i valichi alpini dove protagonista è il Colle del Monginevro, il mons Matrona degli gli antichi romani e storico valico dalla Francia all’Italia, citato tra le tappe dell’Itinerario Burdigalense jerosolomitanum ovvero il primo pellegrinaggio cristiano documentato nel 333 d.C.

Qui sul valico tra Montgenèvre e Claviere un cippo indica le distanze alle mete di pellegrinaggio più importanti: 2010 km a Santiago de Compostela e 914 km a Roma.

La tappa ha inizio in corrispondenza del Confine di Stato, a Claviere, centro turistico e sciistico del comprensorio Vialattea dominato dall’imponente monte Chaberton  quindi attraversa l'abitato e presso la chiesa parrocchiale segue l'itinerario che porta in destra orografica della Piccola Dora e scende lungo il corso del torrente tra le suggestive Gorge di San Gervasio (tratto impraticabile in caso di neve o ghiaccio o forti piogge): un incisione profonda di oltre 100 metri sormontata da adrenalici passaggi con ponti tibetani. Raggiunta nuovamente la strada statale la si costeggia con un semplice sentiero fino al bivio con la strada sterrata per Sagnalonga. Da qui si segue la strada sterrata che sale fino all'arrivo di impianti sciistici, quindi si segue per un breve tratto la strada che scende verso Cesana, quindi si imbocca il sentiero che raggiunge l'abitato. Si attraversa il centro del borgo alpino sino alla parrocchiale di San Giovanni Battista, dominante l’abitato e caratterizzata da un maestoso campanile in stile romanico delfinale e, all’interno, da un soffitto ligneo a cassettoni riccamente decorato risalente al 1678. Oltrepassando la chiesa parrocchiale, si raggiunge la Strada statale e la si attraversa per imboccare un sentiero che costeggia la Dora ed attraversa il Parco Avventura e raggiunge il bivio per Molliere. Si imbocca quindi la strada che porta al villaggio di Mollieres e dopo averlo attraversato si segue il sentiero che raggiunge Solomiac dove si può ammirare Casa Cossul, una splendida abitazione seicentesca con decorazioni e meridiane. Al primo tornante a valle del paese si imbocca una pista forestale che si dirige restando a mezza costa verso Oulx, fino a raggiungere la Strada Statale presso il bivio per la località Amazas. Si prende a destra risalendo il Rio Nero, per poi attraversarlo in corrispondenza di una briglia in calcestruzzo; attraversato il rio, si imbocca la strada sterrata che sale verso Malafosse e al secondo tornante si imbocca la strada che porta alle località  Foungillarde e San Marco. Si scende per un breve tratto lungo la strada asfaltata per seguire infine il sentiero che raggiunge il centro abitato di Oulx oltrepassando la Parrocchiale di Santa Maria Assunta si attraversa un borgo storico medioevale caratteristico con la Torre Delfinale (XV sec.) abitazioni di pregio di famiglie nobili. Un tempo sede della Prevostura di San Lorenzo (XI sec.), questo borgo divenne una delle sedi principali degli Escarton, un’autonoma forma amministrativa del territorio, ricordata ancora oggi con la Fiera Franca, la più antica della Valle di Susa, concessa nel 1494 dal re di Francia come risarcimento dei danni subiti per il passaggio degli eserciti.

  • sviluppo: 28,5 km
  • tempo percorrenza: 11 ore 30 minuti
  • dislivello salita: 1245 metri
  • dislivello discesa: 1821 metri
  • difficoltà: Escursionistico
  • partenza: Oulx 1082 m slm
  • arrivo: Susa 500 m slm

Dall'abitato di Oulx si percorre Corso Torino, si oltrepassa il centro commerciale e si prende la strada a destra verso la località Gad. Superata la borgata ci si ricongiunge con  il Sentiero dei Franchi (percorso escursionistico di quota più elevata che raggiunge la Sacra di Michele).  Si percorre il basso versante raggiungendo Salbertrand: merita la vista dell’abitato, raggiungibile con una breve deviazione. Il paese è sede del Parco Naturale Gran Bosco, una delle più vaste abetine d’Europa, e dell’Ecomuseo Colombano Romean, che prevede nei suoi percorsi la visita gli splendidi affreschi cinquecenteschi della Parrocchiale di San Giovanni Battista e della Cappella dell’Annunciazione nella frazione Oulme. Nel centro storico è possibile anche riscoprire un antico ospitale per pellegrini, l’Hotel Dieu che presenta come insegna un grande affresco con San Giacomo e i segni del pellegrinaggio.

Presso la sede del Parco Alpi Cozie sulla sinistra si prosegue verso la località Sapè e si scende lungo una strada militare fino alla frazione Champbons. Da qui si percorrono le strade asfaltate che attraversano il caratteristico borgo alpino di Exilles con la Parrocchiale di San Pietro Apostolo, con un ricco altare maggiore del 1681; interessante è anche la piccola Cappella di San Rocco assemblata con i resti di un edificio sacro precedente e sulla quale sono presenti decorazioni a conchiglia compostelliana.

L’uscita dal paese è dominata dall’imponenza del Forte di Exilles, imponente struttura fortificata dell’XI sec che nel corso sei secoli ha avuto un ruolo di primo piano nella difesa dei territori del Delfinato di Francia e ha ospitato tra le sua mura anche la misteriosa Maschera di Ferro. Si attraversa il piazzale del Forte fino a raggiungere la storica strada di accesso, quindi scendendo si raggiunge una strada secondaria sulla destra della Dora che raggiunge la strada statale ed il ponte di Exilles. Per un breve tratto si percorre un tratto in direzione alta valle e superato il ponte si  imboccare a destra la strada che sale verso la Ramats presso la Cappella di Sant’Andrea, dove inizia un suggestivo percorso fra i terrazzamenti dei vigneti di Avanà, vitigno autoctono, che conduce a Chiomonte, un tempo residenza estiva del Vescovo di Pinerolo.Il centro storico è uno straordinario gioiello di cortili, porticati, vicoli e antichi palazzi nobiliari come Casa Ronsil e Palazzo Levis, sede della Pinacoteca Civica; la Cappella di Santa Caterina, un tempo dedicata al Battista, è ciò che resta dell’ospedale gerosolimitano: decorata internamente in epoca barocca, vi sono affreschi frammentari del XIV sec., mentre l’esterno presenta ornature ad archetti pensili e un portale duecentesco polilobato. La Parrocchiale di Santa Maria Assunta, affiancata da un maestoso campanile in stile romanico delfinale, presenta pregiati arredi lignei tipici del barocco alpino come il coro e il seggio pastorale, opere di Jacques Jesse di Embrun, la porta principale di Eymon Lord, il retable a colonne tortili dell’altare del Rosario (1682) di Cheffrey Faure. Attraversato il nucleo storico si percorre la pista ciclo-pedonale in sicurezza lungo la strada statale in direzione Susa, quindi si imbocca a sinistra una strada sterrata che attraversa pascoli e vigne e percorre panoramici colli sulla sponda destra della Dora (Gorge della Dora). In prossimità della Frazione Morelli di Gravere si risale un ultimo colle per seguire una mulattiera a tratti selciata che rapidamente scende verso Susa. Il tracciato procede in costante discesa, interrotta da qualche breve risalita, e si avvicina alle pareti rocciose delle Gorge con l’invaso della Dora, al di sopra delle quali, sul versante opposto, si scorgono le borgate di Giaglione che si stagliano contro il cielo e il monte Rocciamelone. Poco prima dell’abitato, si prende un sentiero a destra che risale passando nel bosco raggiungendo la strada statale, da cui dopo poche decine di metri si imboccano Via Assietta e via Madonna delle Grazie, e si raggiungono le antiche vestigia di epoca romana della città.  Ineguagliabile entrata in Susa attraverso l’elegante Arco di Augusto (8 a.C.), accanto ai resti dell’acquedotto romano (III sec. d.C.) realizzato sulle rocce di un’ara celtica e il Castello della Contessa Adelaide. In questo tratto si trova una fontana dalle acque freschissime anche in estate, importante punto di rifornimento per chi percorre la via in direzione della Francia. Poco più in basso si innalza la maestosa Porta Savoia, sulle mura medioevali a ovest della città, la tappa termina alla Cattedrale di San Giusto (Xsec.). Da qui inizia l’esplorazione della millenaria storia della città di Susa. (descrizione città e luoghi di interesse in tappa 1 Val Cenischia).

  • sviluppo: 27,2 km
  • tempo percorrenza: 10 ore
  • dislivello salita: 537 m
  • dislivello discesa: 665 m
  • difficoltà: Escursionistico
  • partenza: Susa 500 m slm
  • arrivo: Chiusa San Michele 378 m slm

Lasciate alle spalle le vestigia romane e medioevali di Susa dalla stazione ferroviaria si procede in direzione di Urbiano, frazione di Mompantero: antico insediamento testimoniato dai resti di un acquedotto romano, è noto per il rito ancestrale del 31 gennaio detto Fora l’ours!, durante il quale si celebra l’imminente uscita dall’inverno con la cattura dell’orso risvegliatosi dal letargo. Il percorso prosegue verso San Giuliano e Chiodo, frazioni di Susa, attraversando cascine e prati coltivati, sino a raggiungere le prime abitazioni di Foresto -Bussoleno e la Cappella della Madonna delle Grazie o della Posta, con affreschi quattrocentesci sulla vita della Vergine, attribuiti al tolosano Anthoyne de Lhonye. Una breve deviazione conduce alla Riserva Naturale dell’Orrido di Foresto, una suggestiva gorgia scavata dal millenario passaggio dell’acqua. Proseguendo lungo l’Antica Strada di Foresto si oltrepassa la stazione ferroviaria e si raggiunge il ponte sulla Dora Riparia che immette nel borgo medioevale dove si incontrano alcune abitazioni che ispirarono il D’Andrade per il Borgo Medioevale di Torino: Palazzo Allais, Casa Amprimo, detta anche Locanda della Croce Bianca, e Casa Aschieri. La Parrocchiale di Santa Maria Assunta (XII sec.), affiancata dal campanile romanico testimonia la riedificazione settecentesca a opera dell’architetto lorense De Willencourt.

Lasciando l’abitato di Bussoleno, si attraversa la SS 24 in corrispondenza dell’ampia rotonda nei pressi del cimitero, per proseguire sulla via Rivoiretta, che risale gradualmente in direzione sud est attraverso l’ampia fascia di coltivi che si frappone tra la piana della Dora e il massiccio dell’Orsiera.

Giunti ad incrociare la galleria autostradale, si svolta a sinistra su una sterrata che segue il percorso della galleria; dopo 300 m si gira a destra su strada Roncaglie, che si percorre superando in sequenza le borgate Roncaglie, Balma, Martinetti-Viglietti. Attraversata quest’ultima si prosegue , a mezza costa, per circa 2,5 km su sterrato in mezzo al bosco di castagneti dove si coltivano i pregiati Marroni IGP Valsusa. Il cammino si sovrappone al Sentiero della Pietra e del Castagno ed è anche parte del tracciato della Via Francigena Marathon. Al termine del bosco si costeggiano ampi coltivi e fronti di cava di gneiss, una delle principali attività delle comunità locali fino a 40 anni fa, fino ad incrociare la strada che da Villar Focchiardo conduce alla Borgata Banda. Qui un’antica abbazia certosina, grangia dipendente della più nota Certosa di Montebendetto (XIV sec.), sorprende con i suoi due chiostri, ora in restauro. Poco prima di quest’ultima si prende a sx la strada del Parore che in ripida discesa raggiunge il torrente Gravio (prestare attenzione alla difficoltà della salita se fatta in senso opposto ovvero in direzione di Santiago), attraversato il quale si giunge a Villar Focchiardo con la sua imponente e barocca parrocchiale di Santa Maria Assunta.

Da Villar Focchiardo, si oltrepassa la frazione Comba e si segue l’Antica Strada di Francia fino a Sant’Antonino di Susa. La piazza principale è dominata dall’imponente facciata della Parrocchiale di Sant’Antonino martire, una delle più antiche chiese della valle e sede dei canonici ospitalieri di Sant’Antonino della Valle Nobilense: la struttura architettonica è arricchita da lacerti pittorici trecenteschi. Proseguendo lungo la stessa via il cammino conduce a Vaie, noto per la produzione tipica del canestrello, biscotto fragrante cotto su appositi ferri a tenaglia. Un interessante percorso archeologico e naturalistico conduce al Santuario di San Pancrazio (XI sec.) e si conclude al Museo Laboratorio della Preistoria. La strada pianeggiante porta a Chiusa San Michele, nome evocativo dei resti delle Chiuse Longobarde, teatro di scontro fra Carlo Magno e Desiderio, e alla dipendenza dalla Sacra di San Michele, che domina il paese dal monte Pirchiriano. A destra della settecentesca Parrocchiale di San Pietro apostolo, si snoda la storica e ripida mulattiera che raggiunge l’imponente Sacra di San Michele monumento simbolo del Piemonte, e una delle più importanti architetture romaniche europee e mèta secolare di pellegrinaggio internazionale

  • sviluppo: 16 km
  • tempo percorrenza: 5 ore 30 minuti
  • dislivello salita: 235 m
  • dislivello discesa: 297 m
  • difficoltà: Escursionistico
  • partenza: Bussoleno 442 m slm
  • arrivo: Condove 380 m slm

ll cammino francigeno lungo la sinistra orografica della Dora Riparia parte da Bussoleno e costeggia la linea ferroviaria, su strada asfaltata sino a raggiungere la frazione Grangia di Chianocco, passando davanti all’antica casaforte (XII sec.), interessante esempio di architettura civile romanica. Situato all’imbocco della Riserva dell’Orrido di Chianocco, il paese è composto da numerose frazioni ma il suo cuore più antico è caratterizzato dal maestoso complesso fortificato del Castello (XIII sec.) e dall’antistante Parrocchiale di San Pietro Apostolo, sorta in seguito all’alluvione che distrusse quella romanica, di cui rimane solo la suggestiva orre campanaria; nei vigneti . Si segnala anche la Cappella cimiteriale di Sant’Ippolito decorata da affreschi databili XV sec. La strada scende verso la frazione Vindrolere attraversando una zona ricca di orti, coltivi, boschi e vigneti, sino a Bruzolo: si passa accanto a un’antica fucina azionata da un sistema idraulico, una delle più complesse architetture protoindustriali della Valle di Susa insieme al Mulino ad acqua recentemente rimesso in funzione. Il castello (XIII sec.), residenza signorile delle famiglie fedeli alla corte sabauda fu sede della firma dei Trattati di Bruzolo (1610) fra il duca di Savoia e il re di Francia. Attraversato l’abitato, la strada continua in discesa imboccando a sinistra la carrozzabile che costeggia le pendici della montagna lungo la quale si sviluppa il comune di San Didero caratterizzato dal nucleo medioevale della casaforte dalle mura merlate del massiccio torrione. Il percorso prosegue in direzione di Borgone Susa dove una deviazione conduce alla suggestiva radura del Maometto con la roccia scolpita raffigurante una divinità agreste. raggiunta la frazione di San Valeriano ove sorge la cappella romanica una decorazione absidale del Cristo pantocratore (XII sec.). Un breve tratto di pista ciclabile parallelo alla SS24 porta alla località Molere, conduce alla sterrata che costeggia la montagna sino alle frazioni Grangetta e Poisatto e all’area pic-nic sul torrente Gravio. Un largo marciapiede lungo la statale conduce alle porte di Condove, uno dei centri più grandi della valle, composto da 74 borgate montane: alcune di queste presentano ricche testimonianze artistiche come la Cappella di San Bernardo al Laietto (1430), la romanica Cappella di San Rocco mentre ai piedi della dorsale rocciosa si può invece ammirare il Castrum Capriarum, detto anche Castello del Conte Verde: citato dal XIII sec. come dipendenza del monastero di San Giusto di Susa, con ruolo difensivo e residenziale. La sua strutture era probabilmente collegate alle celebri Chiuse Longobarde che videro arretrare i Longobardi colti di sorpresa da Carlo Magno.

  • sviluppo: 10,2 km
  • tempo percorrenza: 5 ore
  • dislivello salita: 671 m
  • dislivello discesa: 630 m
  • difficoltà: Escursionistico
  • partenza: Chiusa San Michele 380 m slm
  • arrivo: Avigliana 390 m slm

A destra della settecentesca Parrocchiale di San Pietro apostolo, si snoda la storica e ripida mulattiera che raggiunge l’imponente Sacra di San Michele monumento simbolo del Piemonte, e una delle più importanti architetture romaniche europee e mèta secolare di pellegrinaggio internazionale.

Dal complesso monastico una mulattiera in discesa attraversa la frazione San Pietro e lungo gli ampi tornanti tappe della Via Crucis, giunge a Sant’Ambrogio di Torino, il cui borgo medioevale è ben leggibile nell’intatta cinta muraria, nelle torri di avvistamento (XIII sec.) e nel Castello abbaziale (XII sec.). Di notevole pregio artistico e architettonico è la Parrocchiale di San Giovanni Vincenzo, eremita fondatore della Sacra: l’impianto interno, la cupola e la facciata sono settecenteschi su progetto del Vittone, mentre il campanile, costruito forse su precedente edifico a uso militare, presenta lo stile sobrio dell’originale romanico. Il percorso prosegue attraversando la via principale di Sant’Ambrogio sino a raggiungere il Museo del Dinamitificio Nobel: interessante esempio di architettura industriale d’inizio Novecento, ha ospitato dal 1872 al 1965 la fabbrica di esplosivi più importante d’Europa. Superato il Dinamitificio la strada selciata sale verso il centro storico di Avigliana: Porta Ferrata, Casa Beato Umberto, le case medioevali di piazzetta Santa Maria accompagnano il cammino verso il cuore medioevale della città, Piazza Conte Rosso. Uno scorcio suggestivo con l’antico pozzo, gli edifici in cotto e porticati, l’ostello per i pellegrini si apre sul Castello arduinico (X sec.): dote della Comitissa Adelaide di Susa ai Savoia, divenne avamposto delle ambizioni della dinastia sul torinese e infine smantellato dai francesi nel 1690. La Parrocchiale di San Giovanni (XIII sec.) conserva le più importanti tele cinquecentesche del pittore Defendente Ferrari; nei pressi della chiesa è inoltre possibile osservare la Torre dell’orologio: nel 1330 vi fu collocato il primo orologio pubblico del Piemonte. Tra gli edifici sacri di Avigliana si segnalano il seicentesco Santuario della Madonna dei Laghi, costruito sul luogo dove sorgeva un pilone votivo mèta di pellegrinaggio già dal XIV sec.; la Chiesa di San Pietro (XII sec.) con l’affascinante stratificazione di affreschi databili tra l’XI e il XV sec.; la Chiesa di Santa Maria Maggiore, di impianto romanico con modifiche in chiave gotica del XIV sec. Il cammino prosegue tra i vicoli medioevali del centro storico nei pressi del Palazzo del Beato Umberto, costruito in seguito a un lascito del 1347 e sede dell’antico Ospedale, in cui venivano ospitati i pellegrini che transitavano sulla Via Francigena.

Almese Torre e ricetto di San Mauro
Almese Villa Romana
Avigliana Castello
Avigliana Chiesa di S. Maria Maggiore in Borgo Vecchio
Avigliana Chiesa di San Giovanni
Avigliana Chiesa di San Pietro
Avigliana Museo ex Dinamitificio Nobel
Avigliana Parco naturale laghi di Avigliana Parchi Alpi Cozie
Avigliana Statio ad Fines
Borgone Susa Cappella romanica di San Valeriano
Borgone Susa Maometto
Bussoleno Cappella della Madonna delle Grazie a Foresto
Bussoleno Parco Naturale Orsiera Rocciavrè - Parchi Alpi Cozie
Bussoleno ZSC Oasi Xerotermiche Chianocco e Foresto
Buttigliera Alta Precettoria di Sant'Antonio di Ranverso
Caselette Villa Rustica
Chiomonte Cappella di Sant'Andrea delle Ramats
Chiusa San Michele Ex Cappella di San Giuseppe
Chiusa San Michele Le Chiuse
Condove Castello del Conte Verde
Condove Chiesa di San Rocco
Exilles Forte
Giaglione Cappella di Santo Stefano
Giaglione Museo di Arte Religiosa Alpina
Moncenisio Ecomuseo Le Terre al Confine
Novalesa Abbazia Benedettina dei SS. Pietro e Andrea
Novalesa Museo Archeologico dell'Abbazia
Novalesa Museo di Arte Religiosa Alpina
Novalesa Museo etnografico di vita montana in Val Cenischia
Oulx Torre delfinale
Salbertrand Cappella dell'Annunciazione in località Oulme
Salbertrand Chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista
Salbertrand Ecomuseo Colombano Romean
Salbertrand Parco Naturale Gran Bosco di Salbertrand - Parchi Alpi Cozie
San Giorio di Susa Cappella di San Lorenzo
Sant'Ambrogio di Torino Castello abbaziale
Sant'Ambrogio di Torino Sacra di San Michele
Susa Aree archeologiche
Susa Cattedrale di San Giusto
Susa Convento di San Francesco
Susa Museo Diocesano di Arte Sacra
Vaie Museo laboratorio della preistoria

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