Architettura moderna
Sauze d'Oulx
A Sauze d’Oulx l’architetto Gino Levi Montalcini progetta nel 1947 le ville Marocco e Ballerini, ora andate distrutte e non più visibili. Esse reinterpretano il tema della casa di montagna rivisitandolo in chiave moderna: il pesante basamento in pietra, il tamponamento ligneo dei volumi sovrastanti, la grande copertura a falda unica sostenuta da puntoni in legno sembrano ricercare, pur nel rispetto della tradizione, una tensione verso la purezza dei volumi e una nuova modalità di rapportarsi con il paesaggio.
Questi progetti testimoniano un importante passaggio concettuale che caratterizza l’architettura moderna nelle Alpi occidentali: se da un lato permane l’adesione ai canoni puristi dello stile razionalista internazionale, dall’altro sta prendendo piede una rinnovata attenzione alle tradizioni costruttive locali attraverso una rielaborazione dei tratti salienti dell’architettura rurale montana.
Questo tema sarà ripreso ed elaborato in profondità dall’architetto
Carlo Mollino. Nel suo progetto per la slittovia al Lago Nero (1947) a Sauze d’Oulx è possibile leggere infatti una sorta di “ripresa” e di “distorsione” degli elementi della tradizione. L’edificio si presenta come una costruzione dalla doppia faccia che muta di aspetto a seconda del punto di osservazione. Se lo si guarda da valle appare ben radicato al suolo mentre il fronte verso monte è caratterizzato da uno slancio verso il paesaggio prodotto dalla terrazza, il cosiddetto “approdo bianco”, che si espande verso le piste da sci, effetto ulteriormente accentuato dallo sporgente volume della copertura.
É proprio questa doppia valenza a costituire i tratti caratteristici del moderno nelle Alpi occidentali italiane. Come ha scritto lo storico dell’architettura Daniele Vitale, l’architettura moderna, a partire dal confronto con il territorio alpino ricerca innanzitutto una nuova via che rielabora la tradizione attraverso un linguaggio moderno rinunciando sia alla mimesi con il paesaggio e con la tradizione, sia ad una esasperata rivendicazione del nuovo.
