Pilone votivo di Pralavèn

Bardonecchia

Arte sacra

Salendo per un paio di chilometri lungo la strada sulla sponda sinistra della Dora verso la parte più alta della vallata, s'incontra un bivio che conduce a Pralavèn, dove ci sono i resti di alcune baite. Colà c'è anche un pilone costruito in muratura di pietra legata con calce nella seconda metà del XVI secolo, riccamente affrescato: ha il tetto a due falde, coperto con lose, e una nicchia al suo interno con soffitto a botte.

È riportato quale oratorio (oratoire de Pralavè) nella carta topografica delle valli di Cesana e Bardonecchia, del 1764, e così pure nella carta Avico, coeva.

Affrescato forse da più pittori e di tempi diversi, l'insieme pittorico del pilone di Pralavèn è comunque di notevole pregio e interesse storico-artistico. Nella lunetta di fondo è rappresentata una deposizione di Cristo di bella fattura mentre sulle pareti che formano la volta sono affrescati San Bernardo di Chiaravalle con un pellegrino, Santa Barbara, San Giacomo e Santa Caterina d'Alessandria. Gli affreschi potrebbero essere stati eseguiti poco dopo la costruzione del pilone: su uno di essi sono state graffite le date 1619 e 1628. L'ipotesi a volte avanzata di una loro attribuzione al Maestro di Ramats non sembra sostenibile poiché non pare possibile anticipare alla fine del XV secolo la costruzione del pilone.

Gli affreschi sulle pareti sono suddivisi su due livelli, separati da una cornice orizzontale: quelli sulla parte superiore della parete continuano lungo la volta sino al centro della stessa; quelli della parte inferiore sono di larghezza minore in quanto un piano di muratura adibito ad altare interrompe le due pareti laterali.

Nella parete a sinistra, l'affresco della parte superiore è abbastanza ben conservato mentre di quello sottostante ne restano solamente dei frammenti. Sopra è rappresentato San Bernardo di Chiaravalle con ai suoi piedi il diavolo incatenato e alla sua sinistra San Giacomo con veste da pellegrino con la conchiglia sul copricapo e il bastone. Sotto vi sono due figure non chiaramente identificabili: a sinistra è Santa Barbara, come si deduce dal ramo di palma e dalla torre con tre finestrelle.San Bernardo di Chiaravalle è una figura emblematica della lotta contro le eresie e il diavolo spesso è usato per raffigurare l'eresia. Quest'iconografia suggerisce che il pilone votivo possa essere stato eretto proprio a celebrare la sconfitta dell'eresia ugonotta nell'alta Valle di Susa da parte dell'armata di La Cazette (1570-1580).

Nella parete a destra è raffigurata Santa Caterina d'Alessandria con le ruote dentate spezzate, simbolo del suo martirio, e un angelo in volo che le reca sollievo: la  conservazione è buona ma è stato deturpato dal vandalismo. L'affresco che ci fu nella parte sottostante è andato perduto.

L'affresco absidale con la raffigurazione della Deposizione sembra essere di una mano diversa e forse di epoca diversa: ai volti furono scalpellati gli occhi (Secondo don Francesco Masset, parroco di Melezet (1945-1987), ciò avvenne nel periodo delle guerre tra cattolici e valdesi)."

Testi tratti da:
Alberto Trivero Rivera (con la collaborazione dell'Associazione Vivi Rochemolles), *ROCHEMOLLES E LA SUA VALLE: ARCHITTETURA RELIGIOSA*, Edizioni Vivi Rochemolles, 2017

Per l'estate 2024 sono previsti interventi di restauro.
I lavori architettonici saranno seguiti dall'Architetto Rachele Vicario, la parte di restauro dalla RAVA e C. S.r.l. RESTAURO E CONSERVAZIONE OPERE D’ARTE, le opere edili dalla Ditta Davide Fontan di Chiomonte

 

  10052 Bardonecchia info@vallesusa-tesori.it

Sempre aperto

Visualizza come lista